30 Ott Il Risiko dei porti
di Marco Bova
Non c’è ancora un sistema organizzato, ma in Sicilia da anni è boom di porti turistici.
Uno dopo l’altro, in località finora simbolo delle flotte di pescherecci, sono iniziati ad arrivare yacht, super yacht di lusso e piccole compagnie di navigazione.
Mentre autostrade e ponti continuano a restare il simbolo di una mobilità in crisi, la Regione da anni alimenta lo sviluppo di un “potenziamento delle numerose strutture espressamente dedicate al diporto”.
Anzi, rispetto al resto del paese il fenomeno è ancora circoscritto, ma soprattutto poco regolamentato: sia dal punto di vista imprenditoriale che normativo.
Per questo la politica ha tentato di regolare il settore, ma i due principali interventi sono stati entrambi bloccati dal governo nazionale. Il primo caso risale a febbraio scorso quando l’Ars approvò la Finanziaria, prevedendo anche una riduzione dell’Iva per i “marina resort”; il secondo allo scorso maggio, con l’approvazione di un ddl apposito che introduceva i “b&b” (boat and breakfast) come nuova forma ricettiva e stabiliva la riduzione dell’Iva al 10% per i porti.
Tanto che il governo lo ha impugnato perché “la disciplina della concorrenza spetta alla competenza legislativa esclusiva dello Stato”, si legge nel provvedimento.
In attesa che il sistema venga regolato, la Regione ambisce ad avere “una rete di porti turistici in grado di consentire la circumnavigazione completa dell’Isola, con una distanza massima fra due porti vicino di 30 miglia”.
In questi anni sono sorti decine di porti turistici, sia pubblici sia di altri privati. Alcuni però sono rimasti in costruzione ben oltre il previsto, a causa di sequestri dell’autorità giudiziaria in diverse occasioni ha accertato frodi o episodi di corruzione.
Ma cosa succede dalle nostre parti? In pratica è nato un piccolo distretto che unisce Trapani e Palermo. Al netto delle velleità turistiche dei singoli comuni, l’idea ruota attorno all’aeroporto palermitano di Punta Raisi.
La Gesap (società che gestisce lo scalo aeroportuale di Palermo) da anni pensa a un sistema che consenta ai turisti di raggiungere facilmente la città così come le isole Egadi o San Vito lo Capo.
Su queste rotte sta sorgendo una piccola rete di porti turistici che potrebbe portare a una trasformazione dei flussi turistici. Alcuni di questi – così come a San Vito lo Capo – sono ancora in fase di analisi, altri sono stati già realizzati con iter lunghi e a volte travagliati.
Quali sono questi porti? L’elenco è lungo e merita di essere approfondito con delle schede che pubblicheremo presto.
Una sorta di risiko dei porti, con nomi e cifre, che si sviluppa per l’intera costa meridionale, partendo da Balestrate e passando da San Vito lo Capo e Favignana, per finire a Castelvetrano.
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