15 Set Quindi un amico ti ha detto che…
Ieri al bar, un amico:
“Vedrai, se realizzeranno un grande porto, se costruiranno il resort, la mia modesta casetta acquisterà un valore incommensurabile!”
La sua “modesta casetta” è una di quelle piccole dimore costruite proprio dentro il porto alla fine degli anni 60, destinate all’alloggio delle famiglie dei pescatori sanvitesi.
Color crema, basse, semplici ed accessibili, le abitazioni del quartiere dei pescatori sono, oggi, una delle principali attrattive urbanistiche del nostro paese. Queste case rispecchiano perfettamente la cultura “marinara” di San Vito facendo da contraltare ai solidi edifici della parte alta, storicamente abitati dalle famiglie contadine.
Esse sono, in sostanza, uno degli elementi distintivi (architettonici, in questo caso), o di UNICITA’, di San Vito Lo Capo.
Se avete letto il nostro articolo del 7 settembre (“Quando ci accusano di voler mummificare San Vito” lo trovate qui) probabilmente vi abbiamo convinto di come la lesione delle UNICITÀ di un luogo potrebbe comportare delle conseguenze negative irreversibili per l’ecosistema, per l’economia e per il tessuto sociale locali.
Tornando al nostro amico, quindi, sfatiamo una volta per tutte il mito sul valore della sua “casetta” nell’ipotetico futuro in cui, a fare da cornice al quartiere dei pescatori, vi saranno negozi, spa, yacht e aliscafi.
Amico mio, che cosa rende San Vito una meta DESIDERABILE?
Le piscine?
Ma no, quelle le trovi sulle Costa Crociere e nemmeno a caro prezzo.
I centri commerciali?
Ma dai, tornare a San Vito per trovarvi gli stessi franchising che trovo in tutto il mondo.
Allora gli yacht?
Bah, non credo proprio. I turisti e gli amanti della natura amano passeggiare al porto ed ammirare le piccole imbarcazioni pescherecce dai colori sgargianti; immortalare in foto il paziente lavoro dei nostri marinai che cuciono le reti; uscire con le piccole barche dei operatori del luogo, guide infallibili alla scoperta dei luoghi magici nascosti tra le nostre falesie.
E che cosa è, quindi, che fa amare così tanto San Vito? Che conquista ancora e ancora i visitatori, a dispetto dei suoi non trascurabili difetti?
Quale è il VALORE AGGIUNTO che San Vito dona a chi viene a viverla e lo spinge a ritornarvi?
Sono le sue caratteristiche UNICHE ed IRRIPETIBILI, lo diremo sino allo sfinimento, a rendere San Vito, da decenni, meta amata e scelta.
Ipotizziamo, quindi, un resort costruito nel cuore del paese, oppure uno scalo portuale di medie/grandi dimensioni.
Come prima conseguenza sovraccaricherebbero ulteriormente i servizi primari del paese e la sua spiaggia.
In secondo luogo romperebbero definitivamente lo schema economico locale, diffuso, gestito dalle famiglie del luogo in modo libero ed indipendente.
Infine, imporrebbero un modello di turismo a oggi estraneo a San Vito e che molto difficilmente potrà coesistere con quello già esistente.
E non è tutto! Renderebbero meno desiderabile la nostra località.
Vi è, infatti, una stretta connessione tra la difficoltà di raggiungere un territorio e la desiderabilità di questo. Una connessione che San Vito rispecchia perfettamente e che noi vogliamo illustrarvi.
Un po’ come una donna o un uomo che si rendano “preziosi” agli occhi dei propri corteggiatori alimentando il fuoco del desiderio, così una località difficile da raggiungere può rivelarsi solo agli occhi di quel turista che lo cerca, che lo vuole vivere ad ogni costo.
Ed, infatti, riflettendoci, non vi sono superstrade che giungono a San Vito, non vi sono collegamenti veloci.
San Vito ha potuto, almeno in parte, salvarsi dallo sfascio del turismo di massa grazie a tutta una serie di scelte orientate, nel tempo, a minare sempre più la strada al turismo giornaliero. E se anche di scelte coraggiose ce ne siano ancora tante da fare, è senz’altro questa la direzione sino ad oggi percorsa da chi queste scelte le ha compiute in nome della salvaguardia della natura.
Questa considerazione vale anche per il porto.
Collegamenti frequenti con altre città portuali non farebbero altro che MERCIFICARE San Vito Lo Capo, rendendola disponibile, anche via mare, al costo di un semplice biglietto.
Infine, anche volendo ipotizzare un turismo da disportisti facoltosi, questi, oltre a depauperare i nostri già sofferenti servizi primari, verrebbero verosimilmente contenuti dentro al porto, attratti dai moderni servizi ad esso connessi. E ciò a grande vantaggio di chi, privatamente, li gestirà.
E San Vito cosa ne ricaverebbe? Probabilmente le briciole di una toccata e fuga.
ECCO PERCHÉ SAN VITO NON PUÒ PERMETTERSI DI PERDERE TUTTI QUEGLI ELEMENTI CHE LA RENDONO META DI STRAORDINARIA E GENUINA BELLEZZA.
Cosa diremo all’amico di turno, quindi?
Gli diremo con forza che un incremento incontrollato di visitatori metterebbe in forte pericolo tutte quelle unicità che, invece, devono essere salvaguardate.
Gli diremo senza incertezze che l’apertura di nuove vie d’accesso al territorio non comporta automaticamente un turismo QUALITÀ, ma verosimilmente un turismo di tipo “mordi e fuggi”.
Se altre vie d’accesso saranno aperte, se arriveranno nuovi flussi di visitatori, questi ci invaderanno l’orizzonte con le barche o con gli aliscafi, irroreranno di olio la battigia corallina, affaticheranno la nostra spiaggia ed i servizi.
PENSATE DAVVERO CHE LA “CASETTA SUL PORTO”, A QUEL PUNTO, ACQUISTERÀ MAGGIOR VALORE?
Il Comitato cittadino #nomarineresort si batte per un turismo sostenibile
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